Aveva iniziato a librarsi in cielo il 10 novembre 2020 alla volta dei mondi Microsoft per poi proseguire il viaggio con una più nuova e ricca edizione, la Warrior, verso i territori di Sony e Nintendo.
Qualche giorno fa ha ripreso il volo per raggiungere la misteriosa piattaforma tra le nuvole: Google Stadia. Oggi è arrivato il momento di recensire un open world d’azione, basato su combattimenti aerei in 3D al di sopra di un suggestivo mondo acquatico.
E sì, stiamo parlando di The Falconeer, l’ambiziosa opera del geniale Tomas Sala pubblicata da Wired Production.
Un gioco sviluppato in solitaria
Il mondo videoludico è pieno di esempi di sviluppatori dotati di estro e capacità tecniche al di fuori del comune. Persone in grado di portare a termine un progetto enorme, quale la realizzazione di un gioco, completamente in autonomia, senza chiedere – o quasi – l’aiuto di nessuno.
Dal russo Aleksej Leonidovič Pažitnov creatore di Tetris, allo svedese Markus Persson autore di Minecraft, sono diversi i nomi di quelli che possono vantare una simile impresa. In questa cerchia, vi è sicuramente l’olandese Tomas Sala. abbia fatto tutto da sé: sceneggiatura, programmazione, direzione artistica e animazione tridimensionale portano la sua firma. Solo per colonna sonora e pubblicazione si è avvalso di un aiuto esterno. Per quest’ultima è arrivato in suo soccorso il noto editore di videogiochi Wired Production, che, nonostante sia nato nel 2008, ha già in fascicolo più di 100 giochi.
Il risultato è un titolo che, a dispetto di qualche piccola carenza, come vedremo in seguito, è stato nominato per la categoria Debut Game ai British Academy Games Awards (BAFTA) 2021.
Il regno sospeso di Ursee
The Falconeer è ambientato nell’affascinante e misterioso regno sospeso di Ursee. L’acqua domina l’ambiente circostante. Nel mezzo, lungo l’equatore, una spaccatura chiamata Le Fauci separa di netto i mari.
Gli abitanti delle poche terre emerse dell’arcipelago, divisi in quattro fazioni, sono in guerra a causa di una grave crisi politica che perdura da generazioni. Se ciò non bastasse, pirati e altre temibili creature li mettono frequentemente sotto scacco. I falconieri, alla guida dei loro agili rapaci, sono gli unici a poter difendere gli isolani e le numerose rotte commerciali; e noi, ovviamente, ci caleremo nei loro panni.
L’obiettivo del gioco sarà quello di portare a termine gli svariati incarichi che ci verranno affidati. Nella maggior parte dei casi dovremo cercare di disperdere o eliminare le truppe pirata gettandoci in accesi scontri aerei, ma capiterà anche di dover far da corrieri o scortare i nostri alleati al più vicino scalo sicuro.
Una narrazione micro-frammentata
Tolte una breve introduzione e il drammatico epilogo, Sala preferirà non darci mai sostanziali informazioni riguardo la complessa storia che circonda il mondo di Ursee. Durante le missioni, interagendo con i vari popolani, avremo la possibilità di scoprire micro-frammenti di trama.
Starà a noi poi tirar le fila per comprendere al meglio i sottili meccanismi che regolano i rapporti tra le varie signorie locali. Vi possiamo assicurare che non sarà facile far quadrare il tutto – ma, molto probabilmente, questo non era nemmeno tra gli obiettivi dell’olandese. Alla fine “non è la destinazione, ma il viaggio che conta”.
Una storia vissuta su più fronti
Sala sembra riluttante all’idea di narrare “la solita storia“ basata su “conflitti in bianco e nero, ed eroi che salvano il mondo attraverso un’azione individuale” (Tomas Sala, 7 novembre 2020, twitter). In The Falconeer non vi è un unico protagonista.
Ogni livello sarà una sorta di mini-campagna a sé, dove potremo liberamente scegliere quale membro delle varie fazioni interpretare. Avremo dunque modo di vivere la storia da prospettive diverse.
Allo stesso modo non c’è un ordine su quali capitoli affrontare prima e quali poi. Alcune missioni però, saranno impossibili da completare senza i giusti potenziamenti.
In questo caso, le svariate missioni secondarie faranno al caso nostro, permettendoci di ottenere denaro che potrà essere scambiato per armi, accessori e mutageni, questi ultimi utili all’accrescimento delle caratteristiche del falcone.
Non è comunque d’obbligo lanciarsi in concitate battaglie aeree. Saremo liberi di lasciarci trasportare dalla nostra curiosità allo scoperta degli angoli più misteriosi e affascinanti di questo open world.
Sarà sicuramente una componente da non trascurare, soprattutto per ovviare alla ripetitività delle missioni. Diciamocelo, alla lunga gli incarichi inizieranno a risultare simili fra loro e un po’ stancheranno.
Un sistema di combattimento ben riuscito
Il sistema di combattimento è sicuramente uno dei fiori all’occhiello di The Falconeer. Nonostante l’anima arcade del gioco, una volta che avremo preso dimestichezza con tasti e sensibilità, ci sentiremo all’interno di un vero e proprio simulatore di volo.
Durante le nostre trasvolate potremo dare libero sfogo alla nostra fantasia eseguendo improbabili acrobazie però ognuna di esse andrà a consumare parte delle nostre energie. L’unico modo per ricaricarle sarà gettarsi in picchiata. Gli scontri quindi non saranno un mero “schiva e distruggi”, ma sarà necessario un minimo di pianificazione per non ritrovarsi con le “pile scariche” nei momenti fatidici.
Un comparto tecnico coi fiocchi
Per quanto concerne il comparto tecnico, viene utilizzata una grafica tridimensionale a basso numero di poligoni. Non era ciò a cui eravamo abituati, però non possiamo che complimentarci con l’olandese per la scelta. Le animazioni sono incredibilmente suggestive.
Sicuramente è uno spettacolo per gli occhi assistere ai giochi di ombra e luce che caratterizzano gli eventi atmosferici, i movimenti ondulatori dell’oceano o, ancora, l’alternanza del giorno e della notte.
Tutto questo è accompagnato da una colonna sonora superba, che si adegua perfettamente alle vicende che vivremo.
The Falconeer su Stadia
La versione Stadia gira splendidamente, tenendo i 60 frame per secondo a qualità massima. Il gioco ha menu e sottotitoli completamente in italiano, mentre il doppiaggio è in un ottimo inglese.
Consigliamo l’utilizzo del controller, anche se con mouse e tastiera non abbiamo riscontrato nessuna particolare problematica. Il tutto ci terrà attaccati allo schermo tra le dieci e le venti ore.
E se ciò non bastasse, non preoccupatevi: I confini del Mondo, DLC integrato nella Warrior edition, introdurrà, oltre a nuove classi e armamenti, anche tre nuove missioni e ci regalerà diverse ore aggiuntive e la possibilità di scontrarci con un inedito, misterioso Boss.
8/10
Pros
- Sistema di combattimento ben calibrato
- Storia profonda
- Grafica e fluidità ottimali
Cons
- Incarichi esageratamente ripetitivi
- Spostamenti tra le tappe eccessivamente lenti
- Testi su schermo troppo piccoli e poco in risalto