A Fumble in the Dark è il secondo episodio della serie The Darkside Detective, avventura grafica punta e clicca disponibile su Stadia, PS, Xbox, Switch e PC. L’opera, sviluppata da Spooky Doorways e pubblicata da Akupara Games, ci riporta subito dopo gli eventi del primo capitolo della serie, dandoci modo di affrontare e risolvere sei nuovi e originali casi nei panni del detective McQueen.
Detective del mistero
Come appena anticipato, il gioco riparte da dove ci eravamo lasciati: la Darkside Division è stata chiusa e il nostro protagonista, il detective McQueen, si trova a dover indagare con le sue sole forze, e qualche aiuto occasionale, per riportare il collega Dooley nel nostro mondo, dopo essere scomparso misteriosamente nel Darkside. Con queste premesse inizia il primo caso che affronterete, facendovi strada tra diverse location e conoscendo personaggi più o meno collaborativi.
Il gameplay si sviluppa in modo classico per il genere: potremo spostarci in vari scenari collegati tra di loro e interagire con oggetti, persone e altro semplicemente col puntatore. Alcuni oggetti e strumenti potranno essere raccolti per essere utilizzati più tardi o combinati con altri per ottenere nuovi effetti. Quest’ultima sarà la chiave per risolvere diversi puzzle, all’apparenza privi di indizi.
La difficoltà dei casi non è estrema ma vi terrà comunque impegnati, dato che l’esplorazione non è esattamente lineare e il più volte vi troverete a dover ripercorrere luoghi già attraversati per utilizzare il nuovo oggetto ottenuto dall’altra parte della mappa: fateci l’abitudine. Da notare che solo il primo caso risulta essere più impegnativo, mentre i successivi saranno limitati a spazi più ristretti.
Stile Darkside
Se avete anche solo giocato 10 minuti di uno dei capitoli della serie, saprete di cosa parliamo. I dialoghi di The Darkside Detective sono costellati di battute e freddure a ripetizione (alcune più riuscite di altre). La presenza di easter egg nel menu principale testimonia come l’umorismo sia una caratteristica essenziale del gioco sin dalle battute iniziali, accompagnandoci quasi in ogni dialogo, soprattutto quelli opzionali, cui potremo accedere cliccando sui personaggi anche quando non avremo un vero motivo di trama per dover parlare con loro.
Data la natura del gioco, la qualità della sceneggiatura è uno degli elementi su cui focalizzeremo necessariamente la nostra attenzione; e The Darkside Detective: A Fumble in the Dark garantisce una buona qualità di scrittura, a patto che… conosciate le lingue. Già, perché il gioco arriva tradotto solo in inglese, francese e tedesco; di conseguenza, molti dei giochi di parole o battute prevedono una conoscenza più che basilare di queste.
Per quanto riguarda lo stile grafico, anche il secondo capitolo mantiene l’approccio pixel-art. Questo si sposa bene col tipo di gioco e anche negli scenari più affollati non crea problemi di visualizzazione di alcun tipo. Anzi, invoglia il giocatore a soffermarsi su ogni singolo oggetto e cliccarvicisi, perché “hey, sembra utile”. Anche la musica risulta adatta e orecchiabile, rimandando ai generi sci-fi e mistery.
Nel complesso, è chiaro che lo stile e l’impostazione del gioco strizzino l’occhio alle produzioni cinematografiche. Se infatti da un lato ci siano chiari riferimenti per gli appassionati e piccoli easter egg (la città principale prende il nome di Twin Lakes, ad esempio), dall’altro il gioco è costruito quasi fosse una serie tv: i casi da risolvere saranno diversificati e quasi indipendenti tra loro, con una trama di fondo a legare il tutto.
Versione Stadia
Ottima la versione Stadia del gioco, sia graficamente che come controlli. Il gioco è possibile giocarlo indifferentemente con mouse e tastiera o controller, senza nessun problema. Lo stile pixel-art rende la compressione video impossibile da notare, per cui sarà come giocarlo nativamente, anche per l’occhio più esperto. Da segnalare solo un piccolo bug apparso casualmente che bloccava il puntatore, ma risolto semplicemente riavviando il gioco.
VOTO 8/10
Pro
- Umorismo dissacrante
- Ottimo uso della pixel-art
Contro
- Mancanza dell’Italiano
- Le battute a volte perdono un po’ di “stile”
- Un po’ breve