Se c’è un genere che sa come risvegliare i ricordi d’infanzia e farci sentire di nuovo bambini, è sicuramente quello dei platform. Grazie a Red Art Games, abbiamo avuto l’opportunità di tuffarci nel passato con Ufouria: The Saga 2, il sequel del leggendario gioco per Super Nintendo. Con il suo stile unico e carisma da vendere, questo titolo promette di portare una ventata di nostalgia e novità. Ma riuscirà davvero a far innamorare di nuovo i giocatori? Scopriamolo insieme in questa recensione di Ufouria: The Saga 2.
La Storia di Ufouria: The Saga 2
Nato nel lontano 1991 e conosciuto in Giappone come Hebereke, il platform sviluppato da Sunsoft è diventato negli anni un cult. In Ufouria: The Saga 2, ritroviamo il protagonista Hebereke, un piccolo e determinato pulcino, che deve ancora una volta affrontare avventure straordinarie per salvare i suoi amici: Oh-Chan, Sukezaemon e Jennifer.
Questa volta, però, il nostro eroe non cadrà in un cratere, ma si troverà a fronteggiare una nuova minaccia. Un malvagio alieno di nome Utsujin ha invaso il pianeta, rilasciando rifiuti spaziali appiccicosi noti come Bumyons. La missione di Hebereke sarà quella di ripulire le varie aree di gioco da questi fastidiosi rifiuti, ritrovare i suoi amici e sconfiggere Utsujin, rispedendolo da dove è venuto.
Le Premesse del Gioco
Il mondo di Ufouria: The Saga 2 è colorato e pieno di vita, con un design bidimensionale che richiama i grandi classici del passato. La trama, pur mantenendo elementi familiari, introduce nuove sfide e personaggi, creando un’avventura fresca e super immersiva. L’eroe piumato, Hebereke, è al centro di una storia che mescola humor, azione e un pizzico di nostalgia.
Nel corso dell’avventura, Hebereke dovrà attraversare diverse aree, ognuna generata proceduralmente per offrire un’esperienza di gioco sempre nuova. Ogni zona è infestata dai Bumyons, e il nostro compito sarà quello di ripulirle utilizzando le abilità uniche dei personaggi che incontreremo lungo il cammino. Da nuotate sotto acqua a salti planati, ogni amico ritrovato aggiunge nuove possibilità di esplorazione e combattimento.
Un Mondo da Esplorare
La casa di Hebereke funge da hub principale, da cui partiremo per esplorare un mondo che si espande orizzontalmente e verticalmente. Ogni area è un puzzle da risolvere, con segreti nascosti e potenziamenti da scoprire. Il gioco non si limita a riciclare meccaniche del passato, ma le arricchisce con nuovi elementi roguelike che rendono ogni partita unica.
Il tutto è corredato da un comparto artistico molto caratteristico in grado di prendere sia i piccini che i più grandicelli. La grafica a pastello a cera ha davvero personalità da vendere che fusa a una speciale interpretazione del 3d rende il gioco davvero speciale. Ma anche il sonoro non è da meno con suoni, effetti e una colonna sonora davvero particolare.
Il gioco non delude neanche sotto il punto di vista delle performance con una fluidità granitica e un sistema di controlli preciso e responsive. Inoltre, come ciliegina sulla torta, i trofei sono tutti pressochè sbloccabili tramite la storia principale. Ci sarà giusto da svolgere piccole mansioni e giocherellare con le macchinette per le lattine per completare l’opera.