Dopo dieci anni di alti e bassi, Destiny 2 giunge alla sua conclusione con La Forma Ultima, l’espansione che rappresenta il culmine di una saga epica che ha tenuto incollati milioni di giocatori. Questa espansione finale ci porta all’interno del Viaggiatore, l’enigmatico globo di luce che ha definito l’universo di Destiny fin dall’inizio, offrendo una nuova avventura ricca di colpi di scena, nostalgia e intense battaglie. Finalmente ci siamo: dopo aver ripercorso la storia di Destiny 2 prima de La Forma Ultima, prepariamoci a esplorare il Pale Heart, affrontare Il Testimone e scoprire i segreti più profondi dell’universo di Destiny 2.
Per questa recensione abbiamo avuto il piacere di giocare a Destiny 2: La Forma Ultima su GeForce NOW Ultimate tramite Steam, grazie a una copia offerta gentilmente dall’editore.
All’uscita di The Final Shape, l’hype era alle stelle. Destiny 2, come i fan sanno bene, è stato il gioco epico che ha accompagnato i guardiani negli ultimi anni, regalando momenti unici ma anche deludendo con espansioni non sempre all’altezza delle aspettative. Questa era la prova del nove. Tutto era iniziato benissimo ancora prima del lancio, con un trailer mozzafiato che ha dimostrato ancora una volta la maestria di Bungie nel creare anticipazioni di forte impatto e ricche di effetti speciali incredibili. Ma tutto era ancora da dimostrare.
Ora che siamo nel pieno dell’avventura, abbiamo esplorato tutti i nuovi contenuti e completato il nuovo raid, possiamo dirlo con certezza: The Final Shape è pazzesca, a tratti quasi miracolosa. È riuscita a risollevare gli animi anche dei fan più critici dopo un periodo non troppo felice. La nuova espansione ha tutto ciò che si può desiderare e, nonostante una storia che giunge inevitabilmente a conclusione nel modo più prevedibile possibile, tutto ciò che abbiamo visto finora è incredibile.
Fin dalle prime battute, la campagna ci immerge in una storia ricca di emozione, azione e mistero. L’interno del Viaggiatore, con il suo simbolismo e le sue memorie, fa da sfondo perfetto per una trama che intreccia nostalgia e nuovi sviluppi. Sicuramente non mancheranno le risate, ma soprattutto sarà una campagna dominata da tanta dinamicità, pelle d’oca e ogni tanto scenderà anche qualche lacrimuccia.
La forza della narrazione risiede soprattutto nella perfetta gestione del pathos attraverso profondi attimi di introspezione nei personaggi e nelle loro storie personali, come il tormento di Zavala e il ritorno di Cayde-6, che aggiungono peso emotivo alla missione finale. Ogni passo avanti ci porta più vicino alla resa dei conti con Il Testimone, un antagonista che, con le sue manipolazioni e tentazioni, si dimostra essere un avversario formidabile e complesso.
Senza anticiparvi nulla qualora non l’aveste ancora provata, la campagna di The Final Shape riesce a mantenere un ritmo serrato, alternando momenti di tensione a scene di riflessione, creando una sensazione di progressione continua verso un epilogo inevitabile ma soddisfacente. Le ambientazioni evocative e i riferimenti nostalgici al passato di Destiny 2 non risultano mai forzati, ma piuttosto arricchiscono la trama, rendendo ogni missione un tassello importante di un mosaico più grande.
Ma è anche l’ambiente a far la differenza: il nuovo Pale Heart è affascinante quanto pericoloso. Ogni missione ci immerge più a fondo nei misteri del Viaggiatore, con una serie di incontri memorabili e combattimenti contro nuovi nemici come i Tormentatori e i Soggiogatori, membri della nuova fazione dei Dread. Questi avversari offrono sfide nuove e a volte inaspettate, costringendoci a rivedere le proprie strategie di combattimento e a iniziare a sfruttare i nuovi incredibili poteri.
Sì, perché una delle introduzioni più innovative di The Final Shape sono le sottoclassi prismatiche. Queste sottoclassi permettono ai giocatori di combinare elementi di diverse sottoclassi esistenti, creando infinite possibilità di build e strategie. Ma ciò che stupisce di più è la solidità con cui Bungie è riuscita a introdurre questa nuova sottoclasse. Se ben ricordate, ai tempi di Oltre la Luce, l’arrivo della Stasi fu uno dei momenti più controversi di Destiny 2. Neanche Lightfall, l’espansione dello scorso anno che portò la Telascura, riuscì a conquistare completamente i giocatori. Questo dimostra quanto Bungie abbia faticato negli ultimi anni ad aggiungere nuove sottoclassi al gioco oltre alle tre iniziali.
Con The Final Shape, invece, il modo in cui viene presentata e integrata la nuova sottoclasse è un successo. Bungie, riprendendo l’eccellente narrazione di The Witch Queen e i punti positivi di Lightfall, sembra aver finalmente trovato la formula perfetta.
Oltre all’eccellente narrazione, alla splendida nuova location e alla sottoclasse prismatica, Destiny 2: La Forma Ultima è una vera e propria fiera delle novità. Senza svelarvi troppo, possiamo assicurarvi che ce ne sarà per tutti i gusti. Per esempio, avremo tantissime nuove esotiche scintillanti, come la spada Ergo Sum, che può ottenere perk casuali presi da altre armi esotiche. Inoltre, ci sarà il nuovo sistema di frammenti e cisti e una vasta gamma di missioni secondarie completamente nuove, che permetteranno di ricevere ricompense incredibili e rafforzeranno ulteriormente la trama principale.
Inoltre, il sistema Pathfinder sostituisce i vecchi bounty, introducendo una serie di obiettivi che si aggiornano continuamente. Questi obiettivi variano dal semplice uccidere nemici con specifici elementi, all’uso di particolari armi o all’esplorazione di determinate aree. Completare questi obiettivi fornisce ricompense immediate e contribuisce a un percorso di progressione che culmina in premi maggiori. Questa innovazione rende l’avanzamento del personaggio ancora più immediato e intuitivo grazie a una semplice schermata.
Ho giocato a tutte le espansioni dall’inizio del gioco fino a questa e sinceramente non mi era mai capitato di ritrovare così tante novità che stravolgessero il gioco in meglio, semplificando notevolmente l’esperienza e alleggerendo la curva di apprendimento. Bungie ha sempre introdotto molte modifiche, ma spesso ho faticato a capirle o a trovare una vera e propria ragione alla base. In Destiny 2: La Forma Ultima, invece, tutte le modifiche rappresentano un miglioramento significativo, rendendo il gioco quasi perfetto.
Ma ovviamente non si può parlare di Destiny 2 senza menzionare l’apice dell’esperienza di fine gioco: il raid. Negli anni, uno dei principali ostacoli per Bungie è stato mostrare le incredibili potenzialità del team di sviluppo senza riuscire poi a riproporle o migliorarle successivamente. Così è stato per la campagna di Forsaken e per l’epica incursione Ultimo Desiderio. Tuttavia, con La Forma Ultima, Bungie ha davvero superato se stessa: oltre a una nuova campagna che, se non superiore a Forsaken, sicuramente la eguaglia, il nuovo raid, Orlo della Salvezza, è senza dubbio il miglior raid del gioco per varietà, ambientazione e lore.
Tutto è diventato ancora più epico quando, una volta che il primo team ha completato il raid, si è sbloccata la missione finale da 12 player, disponibile per tutti. Sono stati attimi intensi ed emozionanti che ancora una volta sono riusciti a coinvolgere in modo completo la community dentro e fuori dal gioco. A pensarci a qualche settimana di distanza ancora mi vengono i brividi.
Destiny 2: The Final Shape è un’espansione imperdibile che offre tutto ciò che i fan del gioco hanno sempre sognato, rappresentando il modo ideale per concludere questa epica e longeva saga. Se proprio dovessimo trovare una pecca, potremmo citare la nuova colonna sonora che, a parte le canzoni pop già assaporate nel trailer pre-lancio, risulta meno convincente rispetto alle sonorità che ci avevano accompagnato fino a L’Eclissi. Ma davvero staremmo guardando il pelo nell’uovo. La Forma Ultima è spettacolare e merita di essere giocata più di qualsiasi altra espansione che il franchise abbia mai avuto.
VOTO 9.5/10
Pro
- Campagna epica al livello di Forsaken
- Nuovo Raid “Orlo della Salvezza” eccezionale, il migliore di sempre
- Tantissime migliore e aggiunte
- Nuova location da urlo
Contro
- Sonorità meno convincenti rispetto alle precedenti