Immergiti in un mondo dove mito e strategia si fondono in un’avventura epica: Kunitsu-Gami: Path Of The Goddess. Immagina di essere trasportato in un’antica leggenda giapponese, dove la tua missione è purificare un sacro luogo dalla corruzione demoniaca. La nuova IP di Capcom è come un delicato origami di studio e azione, intrecciato con l’eleganza dell’attraente folklore locale. Preparati a bilanciare il ritmo frenetico delle battaglie hack and slash con la meditativa pianificazione strategica, in un gioco che promette di essere tanto sfidante quanto affascinante. Ma la vera domanda è: riuscirà Kunitsu-Gami a mantenere questa promessa, o soccomberà ai suoi stessi demoni? Scopriamolo insieme.
Per questa recensione abbiamo avuto il piacere di giocare a Kunitsu-Gami: Path Of The Goddess su Xbox Series X grazie a una copia offerta gentilmente dall’editore.
Kunitsu-Gami: Path Of The Goddess è un viaggio evocativo nelle radici del folklore giapponese, dove miti e leggende prendono vita. La storia ci porta sul sacro Monte Kafuku, un luogo un tempo pacifico, ora avvolto dalla corruzione demoniaca nota come Seethe. In questo contesto oscuro e minaccioso, ci viene presentato Soh, un samurai devoto, e Yoshiro, una fanciulla divina con il potere di purificare la corruzione.
Il nostro protagonista, Soh, è un guerriero silenzioso e determinato, il cui unico scopo è proteggere Yoshiro mentre ella compie il suo sacro dovere. La loro missione è semplice ma carica di tensione: attraversare villaggi infestati e purificare il marciume demoniaco che avvolge il monte. Ogni passo è un atto di fede e coraggio.
Quello che colpisce immediatamente di Kunitsu-Gami è la profondità culturale con cui viene trattata la narrazione. Le cerimonie, i costumi e le danze tradizionali giapponesi sono presentati con un’attenzione ai dettagli che rende il gioco non solo un’avventura, ma anche una vera e propria esperienza culturale. Il gioco utilizza il linguaggio visivo per raccontare la sua storia, riducendo al minimo i dialoghi e lasciando che siano le azioni dei personaggi a parlare.
La dinamica tra Soh e Yoshiro è al centro della trama. Soh non è solo un protettore, ma un compagno silenzioso il cui ruolo è fondamentale per il successo della missione. Yoshiro, d’altro canto, rappresenta la speranza e la purezza, un contrasto netto con l’oscurità che li circonda. La loro relazione si sviluppa attraverso i gesti e le decisioni prese nel corso del gioco, creando una narrazione che è tanto emotiva quanto epica.
Mentre la trama principale si concentra sulla battaglia contro il Seethe, emergono anche storie secondarie che arricchiscono l’esperienza. Ogni villaggio ha la sua e tutto questo va a creare un complesso arazzo vivente, dove ogni filo contribuisce a formare un disegno vibrante e complesso, e ogni movimento altera l’intera trama.
Tutto questo fa da corredo – e che corredo – a un titolo che presenta un’interessante fusione di generi che combina meccaniche di hack and slash con elementi strategici e di gestione delle risorse, offrendo un mix di azione e pianificazione meticolosa in stile tower defence.
In Kunitsu-Gami, i giocatori alternano tra fasi di esplorazione e combattimento durante il giorno e battaglie intense contro orde di demoni durante la notte. Durante il giorno, esplori i villaggi infestati dal Seethe, salvando i villaggi intrappolati e purificando aree contaminate. Questa parte del gioco richiede una gestione attenta delle risorse, con i cristalli raccolti che possono essere utilizzati sia per creare un percorso sicuro per Yoshiro sia per assegnare compiti difensivi ai villaggi salvati.
La notte trasforma invece il gioco in un’esperienza hack and slash pura, dove Soh deve difendersi da ondate di demoni Seethe. E così e suon di mosse speciali e sbalorditive combo bisognerà farsi largo tra le varie ondate di nemici.
Tutto questo si traduce in un titolo attraente, con quel magnetico “just-one-more-level” che ti spinge a continuare. Anche se non si tratta di un’idea completamente innovativa, Kunitsu-Gami riesce a combinare elementi noti da successi come Devil May Cry, Pikmin e Orcs Must Die! in una fusione sorprendentemente solida e ben realizzata anche se, come vedremo in seguito, un po’ eccessiva.
Nonostante ciò, la caratteristica che maggiormente emerge, sia nella trama che nelle meccaniche di gioco, è la meticolosa attenzione di Capcom ai dettagli, con un focus particolare sulla cultura popolare giapponese. Ad esempio, i Torii, i tradizionali cancelli giapponesi che avrete sicuramente visto in foto o cartoline, segnano il confine tra il profano e il sacro, e la loro presenza nel gioco amplifica il tema della purificazione spirituale.
Allo stesso modo, sebbene i nemici Seethe non siano figure tradizionali del folklore, il loro design e le loro caratteristiche traggono chiaramente ispirazione dagli yokai, le creature soprannaturali della mitologia giapponese. Gli yokai variano da spiriti benevoli a mostri temibili, ognuno con un proprio ruolo e significato, e i Seethe incarnano questa varietà di forme e attributi, riflettendo così un’autentica connessione con la tradizione culturale nipponica.
Tutto questo ci conduce alla vera essenza di Kunitsu-Gami: Path Of The Goddess. Non si tratta solo di un gioco di azione e strategia, ma di un viaggio sensoriale in un mondo riccamente tessuto di dettagli culturali, visivi e sonori. Ogni aspetto è meticulosamente progettato per offrire un’esperienza elegante, accattivante e autentica. Mentre le animazioni fluide e realistiche donano dinamismo, sono i colori vivaci e le texture dettagliate a evocare l’atmosfera di una primavera giapponese feudale, in cui la fioritura dei ciliegi dipinge il paesaggio con sfumature che vanno dal bianco al rosso purpureo.
Tutto questo è corredato da sonorità altrettanto impressionanti. Le musiche sono composte utilizzando strumenti tradizionali giapponesi, come il koto e lo shamisen, che si mescolano con arrangiamenti orchestrali moderni per creare un paesaggio sonoro avvolgente. Le melodie variano da temi dolci e contemplativi a brani intensi e adrenalinici, seguendo il ritmo del gioco e le emozioni dei personaggi.
Nonostante alcuni piccoli bug occasionali, Kunitsu-Gami offre un’esperienza molto positiva. Tuttavia, il gioco non ha completamente soddisfatto i miei gusti personali, principalmente a causa del suo mix eccessivo di meccaniche. A differenza di Orcs Must Die, dove gli elementi di azione e strategia sono ben bilanciati, Kunitsu-Gami presenta ogni componente in modo piuttosto isolato e marcato. Questo può rendere difficile apprezzare appieno il titolo, specialmente se non si è abituati a gestire una combinazione così ampia di stili di gioco.
Pertanto, Kunitsu-Gami: Path Of The Goddess è un titolo ricco di ambizione e bellezza, che offre un’esperienza unica grazie alla sua fusione di generi e all’attenzione ai dettagli culturali. Tuttavia, il mix di meccaniche può risultare eccessivo e rendere il gioco meno accessibile a tutte le tipologie di giocatori. Se amate esplorare diversi stili di gioco e apprezzate la cultura giapponese, questo titolo merita sicuramente una chance.
VOTO 8/10
Pro
- Profondità culturale
- Fusione di generi
- Design visivo e sonoro
Contro
- Mix eccessivo di meccaniche