Cilla è l’ultima fatica di Stamina Zero, un piccolo studio che ha deciso di cimentarsi con il mondo dei shoot ‘em up a scorrimento laterale. Se state cercando un gioco semplice da avviare e divertirvi a sparare agli alieni, avete trovato pane per i vostri denti. Ma se vi aspettate qualcosa di più… beh, preparatevi a una dose abbondante di filosofia spicciola e un gameplay non proprio all’altezza delle aspettative. E ora vi spiego perché.
Una trama fuori luogo (e fuori controllo)
Lo so, lo so. Di solito, nei giochi di questo tipo, la storia è giusto un contorno. Ma in Cilla, i ragazzi di Stamina Zero hanno voluto strafare. Sei un soldato perfetto, appena svegliato da un lungo sonno criogenico, pronto a salvare il mondo dagli alieni. Ma, sorpresa! Cilla ha una crisi esistenziale. E qui inizia il problema: mentre tu vorresti solo sparare e distruggere, il gioco ti affoga in interminabili sequenze di dialogo, con tanto di riflessioni filosofiche da far impallidire un manuale di autoaiuto. Il tutto condito con una scrittura piuttosto mediocre, che non aggiunge nulla all’esperienza. Spoiler: puoi saltare le cutscene e te lo consiglio vivamente.
Gameplay: uno shooter troppo semplice
Finalmente al comando della mia astronave, mi sono reso conto che la parte sparatutto non è esattamente il cuore pulsante del gioco. La nave si muove bene, certo, e sparare è abbastanza soddisfacente, ma c’è un grande problema: la difficoltà. Il gioco è talmente generoso con la barra della vita e i power-up che puoi attraversare interi livelli con pochissimi danni e i nemici seguono schemi talmente prevedibili da diventare quasi noiosi. Dov’è la sfida? Dove sono quei boss epici che ti fanno sudare freddo? Purtroppo, qui sono rari e mal progettati.
Compagni inutili e dialoghi imbarazzanti
Cilla non è solo nel suo viaggio, anche se sarebbe stato meglio. I suoi compagni piloti, che dovrebbero essere di supporto, si rivelano più un peso che un aiuto. Vengono abbattuti in pochi secondi in ogni livello e poi tornano magicamente vivi nel successivo. E non dimentichiamo i loro dialoghi. Lockhart, uno dei piloti, non smette mai di parlare. E fidatevi, non è un bene. Le sue chiacchiere sono così fuori luogo che vi verrà voglia di disattivare l’audio e vi chiederete perché non può semplicemente starsene zitto.
Pixel art e colonna sonora: qualche punto a favore
Passiamo a qualcosa di positivo, perché Cilla non è tutto da buttare. La grafica in pixel art è ben fatta, soprattutto nei paesaggi e nei fondali. Certo, non è niente di rivoluzionario, ma almeno visivamente il gioco riesce a mantenere una certa coerenza e attenzione ai dettagli. Anche la musica è un punto a favore: varia a seconda del ritmo di gioco, con brani malinconici durante le sezioni più narrative e tracce up-tempo durante i combattimenti. Un piccolo tocco che aiuta a immergersi nell’azione, per quanto breve possa essere.
Achievements e scelte morali
Se siete cacciatori di achievements, Cilla potrebbe darvi qualche soddisfazione. Con 16 obiettivi da sbloccare, il gioco ti spinge a esplorare ogni livello e a sforzarti un minimo per ottenere le ambite tre stelle. Inoltre, c’è un’interessante (anche se un po’ forzata) scelta morale che ti permetterà di decidere se abbracciare il lato oscuro o restare un angelo. Un dettaglio che prova a dare un tocco di profondità, ma che non riesce a sollevare un’esperienza di gioco piuttosto piatta.
Conclusione: da dimenticare (a meno che…)
Cilla è uno di quei giochi che potresti finire e dimenticare nel giro di un paio d’ore. Nonostante qualche spunto interessante sul piano visivo e sonoro, il gioco è affossato da un gameplay troppo semplice e da una narrazione imbarazzante. Se sei un fan sfegatato dei shoot ‘em up e hai già giocato a tutto il resto, potrebbe valere un’occhiata. Altrimenti, ti consiglio di lasciarlo perdere e puntare su qualcosa di più stimolante.