Che fine ha fatto il glorioso Mortal Kombat 1? Dopo un lancio esplosivo e stagioni che promettevano battaglie leggendarie, il titolo sembrava destinato a dominare la scena dei picchiaduro, segnando un trionfale ritorno per NetherRealm. Ma, come un uppercut inaspettato, il silenzio ha colpito: giocatori che si allontanano, tornei eSport che perdono slancio… Eppure, il finale della campagna ci aveva lasciato con una scena post-credit che preannunciava un seguito epocale. Così poi è arrivato Kaos Sovrano, il tanto atteso DLC, con il Titano Havik pronto a minacciare l’equilibrio dei mondi. Ma riuscirà davvero a mantenere le aspettative? Il caos regnerà davvero sovrano o si tratta solo di un’illusione? Scopriamolo insieme.
Una storia che finisce come un Babality
L’idea di Havik Titano che porta il caos in ogni angolo del multiverso suonava come un perfetto invito a spettacolari incontri. Liu Kang e i suoi campioni pronti a tutto per fermarlo, nuovi kombattenti, e un mondo da salvare? Praticamente un round già vinto, giusto? Beh… no. Il risultato è più vicino a un Friendship forzato che a un’epica battaglia finale.
La trama di Kaos Sovrano dura meno di tre ore, e fidatevi, si sente tutta la fretta. Il potenziale c’era, ma quello che ci troviamo è una storia talmente prevedibile che perfino Raiden avrebbe visto tutto in anticipo. Havik, il grande Titano, in teoria una minaccia da far tremare gli universi, diventa una sorta di pungiball. Invece di un’epica conclusione, ci ritroviamo con un finale da Flawless Victory… ma purtroppo, per il lato sbagliato.
Nuovi Kombattenti, vecchi problemi
Parliamo dei nuovi personaggi: Cyrax e Sektor fanno il loro ritorno in grande stile, stavolta in versione femminile, ed è un twist interessante, almeno sul piano estetico. Noob Saibot, invece, è il vero gioiello di questo pacchetto: letale, oscuro e perfetto per chi ama giocare sporco – ma anche i tecniconi lo ameranno. Ogni sua mossa è una danza mortale, e se sai come sfruttare i suoi frame, diventa una macchina da guerra.
Altri tre kombattenti (Ghostface, T-1000 e Conan il Barbaro) arriveranno più avanti. Per ora possiamo solo speculare, ma l’anteprima nel menù di selezione dei personaggi lascia intuire che ci aspettano scontri epici.
Ma il vero colpo basso? Niente nuovi Kameo. E qui, diciamocelo, NetherRealm ha perso un’occasione d’oro. La meccanica del Kameo, che aveva portato una ventata di novità, viene del tutto ignorata in questo DLC. È un po’ come andare a un torneo di Mortal Kombat e scoprire che le tue Fatality preferite sono state rimosse. Una delusione che pesa, soprattutto perché era uno degli elementi che poteva aggiungere quella scintilla in più a un pacchetto già piuttosto fiacco.
Bilanciamento: Ancora una questione aperta
Un colpo va dato a favore di NetherRealm per aver lavorato sul bilanciamento dei kombattenti. Certo, non tutto è stato sistemato, ma la sensazione generale è che il problema di fondo, probabilmente dettato soprattutto dalla variante Kameo, sia ora chiaro e sormontabile. Con il nuovo aggiornamento dell’anniversario che ha accompagnato il DLC le modifiche sono arrivate, ma ancora non bastano a dare al bilanciamento il colpo di grazia necessario per renderlo memorabile.
Esteticamente, però, nulla da dire: i personaggi sono splendidi, i dettagli delle armature di Cyrax e Sektor sono degni di nota, e ogni Fatality è uno spettacolo di sangue e creatività. Ma alla fine della giornata, anche una grafica spettacolare non può salvare una storia che non sa dove andare.
Is that your best?
Mortal Kombat 1: Kaos Sovrano è quel tipo di DLC che ti lascia riflettere su ciò che avrebbe potuto essere e, purtroppo, su ciò che è realmente. Le cutscene e la qualità visiva sono impeccabili, come da tradizione NetherRealm, ma la sostanza del contenuto latita. Un viaggio breve, che si consuma in fretta e senza lasciare un impatto duraturo. I nuovi personaggi, per quanto intriganti, non bastano a sollevare il pacchetto o a renderlo memorabile. NetherRealm ci ha abituato a standard ben più elevati, e qui la sensazione è che abbiano giocato troppo sulla difensiva.
Quando arrivi alla fine, non puoi fare a meno di chiederti: “Is that your best?” [Shao Kahn]. E, purtroppo, questa volta, la risposta non può che essere un deludente sì.