La boxe non è solo uno sport, è “la dolce scienza,” come amava dire il grande Jack Dempsey. È una questione di tempo, tattica, e strategia, una danza tra pugni e difese, dove anche il più piccolo errore può costare caro. Questo principio è al cuore di ogni match di boxe, e Steel City Interactive cerca di replicarlo coraggiosamente in Undisputed, il primo gioco di boxe ufficialmente licenziato in oltre un decennio. E come si dice nel pugilato, “non puoi vincere ogni round, ma devi lasciare il segno”.
Pubblicato da Plaion e Deep Silver, il gioco riesce a farlo straordinariamente dal punto di vista simulativo, ma inciampa quando si tratta di cuore, di trasmettere quell’emozione e quella drammaticità che contraddistinguono la boxe da altri sport, soprattutto per chi vive la scalata verso la gloria.
Per questa recensione abbiamo avuto il piacere di giocare a Undisputed su Xbox Series X grazie a una copia offerta gentilmente dall’editore.
Un uppercut visivo
Cominciamo con uno degli aspetti in cui Undisputed eccelle maggiormente: la grafica. Il livello di dettaglio raggiunto è davvero straordinario e riflette il lavoro meticoloso degli sviluppatori nello sfruttare al massimo la tecnologia moderna. Ogni pugile nel roster sembra prendere vita sullo schermo, con un realismo impressionante che va dai tatuaggi fedelmente riprodotti alla sudorazione che si intensifica durante il combattimento. Vedere in azione atleti come Tyson Fury, Canelo Álvarez o Oleksandr Usyk è un vero spettacolo visivo.
Ogni personaggio è rappresentato in modo impeccabile, e già sfogliare i lottatori nella schermata di selezione è un piacere per gli occhi. Con oltre 60 pugili disponibili, Undisputed offre un roster vasto e variegato, che include icone leggendarie come Sugar Ray Robinson e Muhammad Ali, quest’ultimo disponibile anche in versione ’64 per chi acquista la Deluxe Edition. Nonostante l’assenza dei miei preferiti Mike Tyson e George Foreman, che sarebbero stati la ciliegina sulla torta, la selezione rimane impressionante e rende l’esperienza ancora più completa.
In più, le categorie di peso vanno dai massimi ai pesi gallo, e ogni caratteristica fisica dei pugili ha un impatto diretto sul gameplay. Questo si riflette in combattimenti che si adattano perfettamente alla stazza e alle abilità del singolo atleta, rendendo ogni match unico.
Quasi perfetto sul ring
Ma un buon gioco non si regge solo sulla grafica e sul numero di personaggi. Undisputed si difende bene anche sul fronte delle animazioni e del gameplay, seppure con qualche piccola imperfezione. I movimenti della parte superiore del corpo sono fluidi e realistici, tanto che si riesce a distinguere nettamente la differenza tra un jab preciso e un uppercut potente. Ogni pugno ha un peso, e come nella vera boxe, un colpo dato senza attenzione ti lascia vulnerabile.
Il sistema di stamina, salute e blocco è ben bilanciato, costringendo il giocatore a pensare in modo strategico, alternando attacco e difesa con cautela. Proprio come in un vero match, bisogna sapere quando colpire con forza e quando trattenersi, e su questo aspetto Undisputed cattura perfettamente l’essenza del pugilato. Non si tratta di lanciare pugni a caso, ma di aspettare le aperture, colpire nei punti deboli e mantenere il controllo del ritmo del combattimento.
Tuttavia, come diceva il leggendario Mike Tyson, “Il pugilato è una questione di piedi”, e qui Undisputed mostra qualche debolezza. Le animazioni della parte inferiore del corpo risultano un po’ rigide, mentre la fotocamera, concentrandosi soprattutto sulla parte superiore, riduce l’attenzione ai movimenti delle gambe. Questo limita leggermente la capacità di controllare il pugile in modo completo sul ring, impedendo di sfruttare appieno il footwork per gestire lo spazio e schivare gli attacchi con la fluidità di un vero professionista. Nonostante questo, Undisputed eccelle nella simulazione: il feedback visivo e tattile restituisce con precisione la sensazione di ogni colpo, rendendo ogni scambio sul ring incredibilmente realistico.
Più Business, Meno Leggenda
Oltre ai combattimenti, il cuore di Undisputed è la modalità carriera, che offre un’esperienza ben strutturata con un taglio manageriale. Hai il pieno controllo sulla crescita del tuo pugile, ma manca quella narrazione che rende epico il viaggio di un combattente. La boxe è una storia di riscatto, sacrificio e trionfo, come ci ricordano le parole di Rocky Marciano: “Ogni pugile è un gladiatore”. Eppure, in Undisputed, più che gladiatori ci si sente manager, impegnati a gestire allenamenti, contratti e decisioni dietro una scrivania.
Manca l’epicità: non ci sono cutscene che immortalano i momenti chiave, né rivalità che crescono in modo organico. La tensione emotiva, quel brivido che accompagna ogni vittoria o sconfitta, non si fa sentire. È un’esperienza che funziona bene da un punto di vista gestionale, ma che avrebbe potuto trarre grande beneficio da un approccio narrativo più profondo. Alla fine, sembra che il viaggio manchi di anima, quando invece la boxe è, per sua natura, una questione di cuore.
Multiplayer e problemi tecnici
Nel multiplayer, i problemi riscontrati sono più di natura tecnica che concettuale. Il matchmaking mostra ancora qualche incertezza, rendendo difficile apprezzare appieno l’esperienza online. Durante i test, abbiamo avuto difficoltà a trovare avversari, anche se va detto che giocavamo in fasce orarie poco frequentate. Tuttavia, il vero problema emerge quando, una volta trovati i match, alcuni giocatori si disconnettono, volontariamente o meno. In questi casi, il sistema annullava completamente l’incontro, rendendo vani i nostri sforzi. Sarebbe stato più giusto ricevere una vittoria a tavolino in caso di abbandono anticipato, specialmente se a fine partita.
Un gioco tecnico, non per sognatori
Undisputed è sicuramente un passo obbligato per chi ama la boxe e cerca un’esperienza tecnica e accurata sul ring. La grafica è mozzafiato e il gameplay è solido. Tuttavia, manca l’elemento che trasforma un buon pugile in una leggenda: l’anima, quella capacità di raccontare una storia e di farci vivere l’epica scalata verso la gloria. È un gioco per i puristi della boxe, per chi apprezza la tecnica e la strategia, ma chi cerca un’esperienza emotivamente coinvolgente, una campagna narrativa alla Fight Night Champion, sicuramente rimarrà deluso.
VOTO 7.5/10
Pro
- Grafica Straordinaria
- Ampio roster
- Simulazione quasi perfetta
- Animazioni Realistiche
Contro
- Carriera priva di emozioni
- Mancano importanti icone della boxe
- Mancanze tecniche nel multiplayer