Dal 2017, anno in cui Sony lanciò il PlayStation China Hero Project per supportare gli sviluppatori con sede in Cina, sempre più talenti indipendenti hanno deciso di approfittare di questa iniziativa. Grazie a questo supporto, sono riusciti a trasformare in realtà i titoli che avevano in mente, dando vita a giochi di grande qualità come F.I.S.T Forged in Shadow Torch.
A partire dal 22 ottobre, un nuovo titolo si aggiunge alla lista dei successi nati da questo progetto: Awaken – Astral Blade, il primo lavoro del team Dark Pigeon. Descritto come un metroidvania bionpunk, saprà sorprenderci o ci lascerà delusi?
Una trama che non lascia il segno
All’inizio della nostra avventura, ci troveremo in una misteriosa foresta dove assisteremo a una conversazione a distanza tra un androide bionico, Tania, il personaggio che controlleremo, e il suo creatore, il Dr. Herveus. Da questo scambio scopriremo di trovarci sull’isola di Horace e che il nostro obiettivo è identificare e studiare un picco di energia kalpas rilevato nella zona. Da qui inizia la nostra esplorazione dell’isola, che ci porterà a scoprirne la storia, a svelare i segreti dietro alla nostra creazione e a comprendere i reali intenti di Herveus. Nel frattempo, approfondiremo la natura di Tania come androide, arrivando persino a mettere in dubbio tutto ciò che ha sempre creduto.
Purtroppo, nonostante gli sforzi evidenti nella narrazione, la trama risulta piatta e non riesce a coinvolgere il giocatore. L’introduzione ci catapulta nel vivo dell’azione senza molte spiegazioni, e i personaggi, purtroppo, non sono abbastanza carismatici da farci affezionare.
Non è tutto da scartare, però: avanzando nella storia, ci imbatteremo in scene e situazioni ben congegnate che, purtroppo, non bastano a sostenere un intreccio narrativo debole, penalizzato anche dalla scelta di affidare alcuni eventi a filmati statici poco espressivi o a dialoghi lunghi che fanno fatica a catturare l’attenzione.
Un vero peccato, perché le premesse narrative erano intriganti e la volontà di creare una storia coinvolgente è evidente, ma questa non si è concretizzata come sperato, lasciandoci solo a chiederci quanto avrebbe potuto essere appassionante con qualche attenzione in più.
Un gameplay tra alti e bassi
Il gameplay di Awaken – Astral Blade si rifà al più classico dei metroidvania, senza particolari guizzi creativi, a eccezione del combat system di cui parleremo in seguito. Come da tradizione del genere, ci troveremo a esplorare numerose aree, ciascuna composta da schermate ricche di nemici, oggetti da recuperare e segreti da scoprire.
Sebbene questa struttura non introduca elementi innovativi, va riconosciuto che è stata ben realizzata: la mappa è strutturata in modo solido, con ottimi collegamenti e shortcut che rendono l’esplorazione fluida. Quest’ultima è incentivata dalla quantità di oggetti nascosti nel mondo di gioco, che spaziano da potenziamenti diretti per il personaggio fino a collezionabili utili per ulteriori miglioramenti.
Ovviamente, non mancano le aree accessibili solo dopo aver acquisito abilità specifiche come il doppio salto, il salto a parete o determinate armi, il che rende il backtracking una parte fondamentale dell’esperienza.
Tuttavia, se la struttura della mappa funziona, lo stesso non si può dire per i suoi contenuti: le sezioni platform, purtroppo, mancano di sfide davvero stimolanti, risultando piuttosto standard e incapaci di coinvolgere pienamente il giocatore. Anche i nemici lasciano a desiderare: il loro design non è particolarmente ispirato, e il frequente riciclo di avversari riduce la varietà di situazioni.
I boss, infine, rappresentano un altro punto debole. Visivamente poco convincenti e dotati di move set limitati, finiscono per offrire scontri ripetitivi e poco stimolanti. Anche la curva di difficoltà risulta squilibrata: si passa da nemici base piuttosto deboli a boss che risultano difficili in modo artificioso, sia per i danni elevati che possono infliggere, sia per la presenza di più barre della vita. Alcuni scontri contro più boss contemporaneamente aumentano ulteriormente la frustrazione, penalizzando l’esperienza complessiva.
Combattimenti squisitamente action
Nonostante i nemici siano poco ispirati, il combat system di Awaken – Astral Blade è solido e rappresenta uno degli aspetti migliori del gioco, insieme alla struttura delle mappe. All’inizio dell’avventura, il nostro personaggio avrà a disposizione una spada per eseguire combo di attacchi leggeri culminanti in un potente colpo finale, che varia in base alla sequenza eseguita. È inoltre possibile effettuare combo aeree specifiche, aggiungendo varietà agli scontri.
Avanzando nel gioco, si possono sbloccare altre armi, ciascuna dotata di combo esclusive. Queste possono essere combinate tra loro, permettendo di concatenare attacchi letali che rendono il combattimento dinamico e appagante. Il combat system, chiaramente ispirato al frenetico stile di giochi come Devil May Cry, riesce a rendere ogni scontro piacevole e stimolante.
A completare il sistema di combattimento ci sono due alberi delle abilità (uno per le abilità attive e uno per quelle passive), un sistema di equipaggiamenti che consente di ottenere effetti aggiuntivi utili negli scontri, e la possibilità di potenziare le armi. Quest’ultima opzione permette di incrementare i danni o di applicare effetti speciali, come rendere la spada velenosa.
Nel complesso, ci troviamo di fronte a un combat system di qualità, che riesce a dare valore agli scontri nonostante le limitazioni causate dai difetti già menzionati.
Un comparto artistico deludente
Uno degli aspetti più deludenti di Awaken – Astral Blade è il comparto artistico. Non solo i nemici risultano, come già detto, poco ispirati, ma anche i personaggi principali faticano a lasciare il segno, presentando design poco convincenti. La protagonista, Tania, ad esempio, sembra quasi una copia poco riuscita di A2 di Nier Automata.
Questa mancanza di cura appare ancora più evidente se confrontata con gli sfondi delle aree di gioco, che risultano molto dettagliati e ricchi di particolari. La differenza tra la qualità degli ambienti e il design dei personaggi è tale da far sorgere il dubbio su come mai tutto il resto del comparto visivo appaia così poco curato.
Anche la colonna sonora non lascia il segno. Solo poche tracce riescono a trasmettere qualche emozione, mentre la maggior parte sono completamente dimenticabili. Inoltre, in molte cutscene la musica scompare del tutto, lasciando le scene piatte e prive di atmosfera.
Infine, ci sono diversi problemi tecnici da segnalare. Su PlayStation 5, il gioco è perlopiù stabile, ma presenta zone con cali di frame e scatti occasionali all’uscita dai menu. Sono presenti anche bug di vario tipo, alcuni dei quali piuttosto gravi. Ad esempio, mi è capitato di dover riavviare il gioco a causa di un bug che bloccava tutte le interazioni ambientali, impedendo di interagire con oggetti e porte.
Conclusione
In definitiva, Awaken – Astral Blade si è rivelato un titolo insufficiente, che avrebbe potuto offrire una buona esperienza, ma che finisce per essere penalizzato da troppe carenze e difetti. Certo, non tutto è da buttare: la struttura delle mappe e il combat system sono ben realizzati e rappresentano gli aspetti migliori del gioco. Tuttavia, questi elementi positivi non sono sufficienti a risollevarlo nel complesso.
Se siete grandi appassionati di metroidvania, potrebbe valere la pena dargli una possibilità, magari aspettando uno sconto. Per tutti gli altri, però, probabilmente è meglio passare oltre e dedicarsi a titoli più curati.
VOTO 5/10
Pro
- Mappe eccellenti, sia artisticamente che nella struttura
- Combat system frenetico e divertente
Contro
- Trama poco coinvolgente
- Character design derivativo e poco memorabile
- Scontri monotoni e poco stimolanti
- Colonna sonora facilmente dimenticabile
- Comparto tecnico migliorabile, con bug anche gravi