Taiko no Tatsujin è un nome che risuona da oltre due decenni nella storia dei giochi musicali. Nato nel 2001 sotto la guida di Bandai Namco, questo franchise ha debuttato inizialmente nelle sale arcade giapponesi attraverso un concept semplice ma irresistibile: suonare un tamburo taiko seguendo il ritmo di brani iconici. Il gioco, con la sua estetica vivace e il richiamo alla tradizione giapponese, ha rapidamente conquistato il cuore dei giocatori.
Con il tempo, la serie Taiko no Tatsujin ha ampliato i suoi orizzonti, approdando su numerose piattaforme e conquistando un pubblico internazionale con la sua energia contagiosa e il suo stile unico. Taiko no Tatsujin: Rhythm Festival, ultimo capitolo di questa avventura musicale, dopo due anni di accesso anticipato su Nintendo Switch, approda finalmente anche su Xbox Series, PlayStation 5 e PC.
Questo nuovo titolo si propone di modernizzare ulteriormente la formula che ha reso celebre il franchise, pur mantenendo un saldo legame con le sue radici. Sarà riuscito a portare innovazione senza tradire le aspettative dei fan? Scopriamolo insieme in questa recensione, basata sulla versione Xbox Series X gentilmente fornita dall’editore.
Un viaggio musicale a Omiko City
Taiko no Tatsujin: Rhythm Festival trasporta i giocatori nella coloratissima Omiko City, un mondo vivace dove tradizione e modernità si incontrano. Qui, ci si unisce a Don-chan, mascotte storica della serie, e al nuovo e adorabile Kumo-kyun. L’atmosfera del gioco è intrisa di energia e celebra la cultura pop giapponese con un design visivo esplosivo, ricco di dettagli e colori.
Per chi si avvicina per la prima volta al franchise, l’interfaccia potrebbe risultare inizialmente spiazzante: un tripudio di scritte, opzioni e pulsanti che richiamano lo stile grafico dei giochi giapponesi di vent’anni fa, denso e quasi caotico. Tuttavia, dopo pochi minuti di familiarizzazione, tutto appare più intuitivo e perfettamente in linea con l’estetica del gioco.
Il gameplay rimane fedele alla formula che ha reso celebre il franchise: seguire le note rosse e blu sullo schermo, sincronizzando i propri movimenti con il ritmo attraverso pulsanti o tamburi. Anche in questo capitolo sono presenti quattro livelli di difficoltà, che rendono il gioco accessibile sia ai neofiti che ai veterani in cerca di una sfida impegnativa.
Le modalità multiplayer locali da 2 a 4 giocatori e online aggiungono un ulteriore livello di profondità all’esperienza, offrendo sia opzioni cooperative che competitive. I giocatori possono unirsi per suonare insieme o mettersi alla prova sfidando altri utenti in una varietà di competizioni divertenti e ben bilanciate. Anche qua tutto scorre senza intoppi: il matchmaking si dimostra affidabile, garantendo un’esperienza online solida e in linea con gli standard moderni.
La forza del setlist, ma con qualche riserva
Uno dei punti di forza di Rhythm Festival è il suo ricco setlist di base, che comprende 76 brani provenienti da una vasta gamma di generi musicali. Tra le tracce più iconiche spiccano Gurenge, celebre sigla di Demon Slayer, il classico senza tempo tratto da Il mio vicino Totoro, e il trascinante Life Will Change di Persona 5, che ho personalmente trovato irresistibile.
Questa varietà musicale non solo rende l’esperienza di gioco più coinvolgente, ma amplia il potenziale pubblico rispetto ai capitoli precedenti, strizzando l’occhio sia agli appassionati di anime e videogiochi sia a chi cerca semplicemente un titolo ritmico originale e divertente. Ovviamente il gioco non riesce ancora a definirsi universale ma sicuramente questo capitolo accontenterà i più.
Tuttavia, con il progredire delle sessioni di gioco, il setlist base comincia a sembrare limitato. Per risolvere questa potenziale mancanza, entra in scena il Taiko Music Pass, un abbonamento a pagamento che sblocca oltre 700 brani aggiuntivi al costo di 9,99€ per tre mesi.
Come accade spesso con abbonamenti simili questa soluzione rappresenta un’arma a doppio taglio. Da un lato, l’offerta è davvero generosa: una libreria musicale in continua espansione, con una vasta selezione di brani per tutti i gusti, a un prezzo accessibile. Dall’altro lato, c’è la questione psicologica legata al dover sborsare ulteriori soldi per sfruttare al massimo un gioco già acquistato, e il fatto che l’accesso ai contenuti aggiuntivi sia vincolato alla durata dell’abbonamento può risultare scoraggiante per alcuni.
È innegabile che il Taiko Music Pass sia un’opzione valida per chi desidera ampliare l’esperienza, ma la sua natura a pagamento lascia un senso di incompletezza in chi sperava di avere tutto con l’edizione completa del gioco.
Tra sfide epiche e un’interfaccia tradizionale
Taiko no Tatsujin: Rhythm Festival si distingue per un gameplay consolidato che, nonostante il passare degli anni, mantiene intatto il suo fascino. La precisione richiesta per seguire il ritmo e la possibilità di regolare il timing offrono una sfida che si rivela al contempo impegnativa e soddisfacente. Le nuove modalità, come Guerra dei giocattoli e La band di Don-chan, aggiungono una piacevole varietà all’esperienza, mentre il comparto online permette di sfidare amici e giocatori da tutto il mondo, arricchendo ulteriormente il gioco.
Le principali criticità riguardano, come già sottolineato, la natura a doppio taglio del Taiko Music Pass e l’interfaccia grafica dei menu. Quest’ultima, pur essendo talvolta affollata e caotica, contribuisce all’autenticità del gioco, riflettendo il suo stile tradizionale, anche se potrebbe risultare un po’ difficile da navigare per i nuovi giocatori.
Inoltre, come da tradizione, la difficoltà massima rappresenta una vera e propria prova di abilità, quasi un inferno per chi non è abituato a sfide di questo tipo. Tuttavia, è proprio questa componente di sfida che ha sempre contraddistinto la serie, facendo di Taiko no Tatsujin un simbolo di precisione e impegno.
Un’ottima evoluzione ritmica con qualche compromesso
Taiko no Tatsujin: Rhythm Festival è un’evoluzione solida e divertente di un franchise che ha saputo conquistare il cuore di milioni di appassionati. Nonostante qualche limite, il gioco resta un must per gli amanti della musica e delle sfide ritmiche, con un gameplay che non perde la sua magia e un setlist in grado di soddisfare i gusti di un pubblico sempre più vasto. Se siete appassionati del genere, questo capitolo non vi deluderà, a patto di dover probabilmente spendere qualcosina in più per l’abbonamento e la setlist completa.
VOTO 8/10
Pro
- Gameplay consolidato
- Setlist variegata, accattivante ed espandibile
- Nuove modalità di gioco
- Esperienza multiplayer
- Estetica vivace e autentica
Contro
- Sottoscrizione trimestrale necessaria per un’esperienza completa
- Interfaccia grafica confusionaria