Se Bulwark: Falconeer Chronicles fosse una persona, sarebbe quell’amico eccentrico che ti propone una sfida impossibile, tipo scalare una montagna con un monociclo. Un’idea geniale sulla carta, incredibilmente affascinante, ma a tratti ti fa chiedere: “Perché mi sono lasciato convincere?” Questa sensazione è un po’ il cuore di Bulwark, l’ultima fatica di Tomas Sala, sviluppatore indie one-man band, che già ci aveva fatto sognare con il volo epico di The Falconeer.
Questa volta Tomas ha riposto le ali, ma non l’ambizione. Ha preso il mondo suggestivo dell’Ursee, ci ha aggiunto torri, ponti, dirigibili e libertà creativa assoluta, creando qualcosa che non è facilmente inquadrabile. Non è un city-builder, non è un gestionale, non è un simulatore… Bulwark è una creatura tutta sua, unica come il suo autore. Ma questo significa anche che può essere altrettanto bizzarro, caotico e, a tratti, frustrante.
Un uomo, un sogno, una fortezza (un po’ anarchica)
Parliamoci chiaro: l’idea che una sola persona possa costruire un gioco così ambizioso è già di per sé straordinaria. Tomas Sala non è nuovo a imprese titaniche – lo aveva già dimostrato con The Falconeer, dove ogni aspetto, dalla grafica alla programmazione, portava la sua firma. Qui torna a mettersi in gioco con un progetto che spinge ancora più in là i limiti della creatività individuale.
E la sua impronta si sente in ogni angolo di Bulwark. Il sistema di costruzione, ad esempio, è un inno alla libertà assoluta: puoi plasmare fortezze spettacolari con pochi click, lasciando che le strutture si adattino al terreno come fossero parte del paesaggio. È una soluzione brillante, ma spesso imprevedibile: la tua idea di torre epica può trasformarsi in una terrazza sconclusionata, mentre il gioco sembra divertirsi a decidere per conto tuo.
La libertà è esaltante, ma l’assenza di regole o di un controllo più preciso rischia di trasformare il sogno creativo in un esercizio di frustrazione. E qui emerge il lato più “solista” di Tomas: il suo genio è evidente, ma a volte avresti bisogno di qualcuno che gli dicesse: “Ok, ma possiamo renderlo un po’ più intuitivo?”
L’Ursee: un mondo che continua a stupire… fino a un certo punto
Se c’è una cosa che Tomas Sala sa fare, è creare mondi. L’Ursee, con le sue isole fluttuanti, le scogliere in bilico sul nulla e una fauna che sembra uscita da un sogno, è semplicemente magnifico. Esplorare questo regno misterioso è un piacere: ogni angolo nasconde risorse, personaggi da reclutare e storie che arricchiscono il tuo insediamento.
Ma come succedeva in The Falconeer, anche qui la magia tende a svanire col tempo. Dopo le prime ore di gioco, l’entusiasmo per la scoperta lascia spazio a una ripetitività che spegne un po’ la meraviglia iniziale. È come se l’Ursee ti sussurrasse: “Guarda quanto sono bello!” – ma dopo un po’, ti rendi conto che non c’è molto altro sotto la superficie.
Combattimenti secondari: un diversivo piacevole ma non memorabile
In Bulwark non sei solo un costruttore, sei anche un pilota. Il dirigibile che usi per navigare e costruire è un’aggiunta intrigante, ma non sempre ben eseguita. A differenza di The Falconeer, qui il combattimento è solo una piccola parte del gameplay. Puoi reclutare guerrieri e creature imponenti per il tuo Warband, ma le battaglie sono automatiche. Non aspettarti la stessa tensione o strategia del gioco precedente: sono più che altro un diversivo, piacevole ma non essenziale.
Arte e minimalismo: il segno distintivo di Tomas Sala
Sul piano visivo, Bulwark è una gioia per gli occhi. Lo stile minimalista che aveva caratterizzato The Falconeer torna qui, ma adattato a un’esperienza più “terrestre”. Le strutture generate automaticamente e i panorami dell’Ursee creano un’estetica unica, evocativa, che ti invita a esplorare. Certo, manca quel livello di dettaglio che ci si aspetterebbe da produzioni più grandi, ma considerando che tutto è opera di una sola persona, c’è poco da criticare.
Bulwark: un gioco che osa, ma non per tutti
Bulwark è un’esperienza che si ama o si odia. Da un lato, c’è il genio creativo di Tomas Sala, che riesce a trasformare una visione personale in un gioco che sfida le regole del genere. Dall’altro, ci sono limiti evidenti: controlli poco intuitivi, ripetitività e una generale mancanza di rifinitura.
È un titolo che richiede pazienza, apertura mentale e la voglia di accettare le sue stranezze. Se sei il tipo di giocatore che cerca qualcosa di diverso, Bulwark potrebbe essere la tua prossima avventura. Ma se preferisci esperienze più strutturate e tradizionali, potresti trovarti spaesato in questo caos creativo.
VOTO 7/10
Pro
- Libertà creativa senza precedenti
- Ambientazione affascinante e misteriosa
- Stile visivo unico e suggestivo
- Il coraggio di sperimentare fuori dagli schemi
Contro
- Controlli poco intuitivi, specialmente su PC
- Ripetitività nelle meccaniche di gioco
- Mancanza di una guida strutturata
- Sensazione di incompletezza