Quando mi sono avvicinato ad Amanda The Adventurer, mi aspettavo un gioco nostalgico e accattivante, magari con un leggero tocco di mistero. Quello che ho scoperto, invece, è stato un viaggio inquietante in un mondo solo apparentemente innocente, dove i VHS della mia infanzia si sono trasformati in un incubo ingegnosamente confezionato. Sviluppato da MANGLEDmaw Games e pubblicato da DreadXP, il titolo ha fatto il suo debutto su Steam lo scorso anno e, dopo un’uscita promettente, approda ora sull’ecosistema Xbox con la promessa di enigmi intriganti, atmosfere creepy e un pizzico di follia.
Un viaggio nella soffitta… e nella follia
La premessa del gioco è semplice e intrigante: interpreti Riley, un personaggio che ha appena ereditato una casa da sua zia Kate. Nascosto tra i cimeli polverosi della soffitta, scopri un vecchio videoregistratore e una serie di nastri VHS che danno il via a un’avventura tanto affascinante quanto inquietante. Non appena premi play sul primo nastro, ti trovi catapultato in Amanda The Adventurer, un cartone animato che all’inizio ricorda Dora l’Esploratrice, ma che presto rivela un lato oscuro.
Gli enigmi rappresentano una sfida ben calibrata: inizialmente semplici, ma sempre più intricati e stimolanti. Ti ritrovi a prendere appunti su carta, cercando di decifrare i messaggi nascosti nei cartoni animati o i dettagli nel dialogo di Amanda e del suo amico Wooly.
Tuttavia, il fatto che ogni partita duri meno di un’ora e richieda di ripetere alcuni enigmi per esplorare i cinque finali rende l’esperienza alla lunga monotona.
Atmosfera: il vero colpo di genio
Amanda The Adventurer riesce a fare qualcosa di straordinario: trasforma un’estetica familiare e rassicurante in un incubo sottile. Il contrasto tra la grafica in stile anni ’90 e i momenti di tensione è semplicemente geniale. Oggetti che si muovono nella soffitta mentre sei distratto dai nastri, un televisore CRT che sembra uscito dal salotto di tua nonna e un’atmosfera che ti fa dubitare di tutto quello che vedi.
E poi c’è Amanda. Dolce e sorridente all’apparenza, ma pronta a scatenare il panico se sbagli una risposta. E Wooly? Poverino, sembra sempre sul punto di subire qualche dispetto, come se stesse camminando su un campo minato. Nonostante queste atmosfere intense, la trama è complessivamente corta e manca di completezza: il mistero dei nastri e della zia Kate rimane sullo sfondo, lasciando spazio soprattutto agli enigmi.
Audio: la ciliegina sulla torta retrò
Il comparto audio è un altro grande successo del gioco. Le voci dei personaggi sono perfettamente interpretate, catturando lo stile dei vecchi programmi per bambini, ma con un pizzico di sarcasmo e inquietudine. La colonna sonora, creata appositamente per Amanda The Adventurer, è impeccabile: un mix di melodie allegre e minacciose che sembrano uscite direttamente da un programma per bambini degli anni ‘80. Questo elemento, insieme alla grafica e alla tensione crescente, contribuisce a un’esperienza immersiva e unica.
Conclusioni
Amanda The Adventurer è un gioco che riesce a sorprendere, ma non del tutto a convincere. Pur offrendo alcuni spunti interessanti, la sua breve durata e una trama che avrebbe potuto essere sviluppata con maggiore profondità lasciano un po’ di amaro in bocca. Tuttavia, il prezzo accessibile lo rende comunque un’esperienza che potrebbe valere la pena di esplorare, soprattutto per gli amanti del genere.
Sei pronto a resistere alla tensione che Amanda e Wooly sanno creare? E, soprattutto, hai il coraggio di affrontare il gioco al buio, immerso nel silenzio? Solo giocandolo potrai scoprirlo!