Quando ho scoperto che Little Big Adventure – Twinsen’s Quest sarebbe stato riportato in vita con un remake, ho provato un misto di entusiasmo e scetticismo. L’originale era uno di quei giochi che, da ragazzina, mi sembrava enorme, unico, e un po’ strano. Riviverlo oggi, nel 2024, è stata un’esperienza interessante: un viaggio tra nostalgia e frustrazioni, con qualche perla nascosta qua e là.
Una trama vecchia con un tocco moderno
La storia di Little Big Adventure – Twinsen’s Quest rimane sostanzialmente fedele all’originale. Twinsen, l’eroe protaganoista, deve affrontare il dispotico Dr. Funfrock, un tiranno con un esercito di cloni e una passione sfrenata per il controllo totale. Il pianeta Twinsun è ancora quel luogo affascinante e vibrante che ricordavo, pieno di creature stravaganti e paesaggi variegati. Ogni angolo del mondo racconta una storia diversa, contribuendo a quell’atmosfera unica che ha reso l’originale un piccolo classico.
La vera novità di questa versione è Luna, la sorellina di Twinsen, che porta una ventata di freschezza e un tocco di dolcezza alla trama, aggiungendo una motivazione più personale per il riluttante Twinsen. L’introduzione, che nell’originale ti scaraventava nell’avventura con un lungo e freddo muro di testo, ora è più graduale e narrativa. La presenza di Luna rende tutto più coinvolgente, trasformando il semplice “salva il mondo” in un viaggio con sfumature più intime e familiari.
Va detto che Luna non rivoluziona la storia – il cuore della trama resta lo scontro tra Twinsen e Funfrock – ma è un’aggiunta ben pensata, che permette anche agli sviluppatori di giocare un po’ di più con Zoé, la migliore amica e interesse amoroso di Twinsen.
Un gameplay che oscilla tra vintage e moderno
Il gameplay di Little Big Adventure – Twinsen’s Quest rappresenta un curioso mix di vecchio e nuovo, ma non sempre riesce a trovare il giusto equilibrio. Una delle migliorie più evidenti è il passaggio ai controlli analogici, che rendono i movimenti di Twinsen più fluidi e naturali rispetto al sistema di tank control originale. Finalmente esplorare il pianeta Twinsun non sembra più una lotta contro il joystick e questo è sicuramente un passo nella direzione giusta.
Nonostante questa modernizzazione, però, il gioco inciampa in alcuni punti, perdendo elementi che costituivano il suo fascino distintivo. Un esempio è la rimozione del sistema degli stati d’animo, un meccanismo che consentiva al giocatore di cambiare l’approccio di Twinsen scegliendo tra modalità esplorativa, furtiva, aggressiva o sportiva. Questo sistema, pur essendo goffo, era una delle peculiarità che rendevano il gioco originale unico. La sua assenza nel remake purtroppo appiattisce il gameplay e toglie quella personalità che faceva brillare l’originale.
Inoltre, il combattimento rimane un punto debole. Hai due opzioni principali: attaccare corpo a corpo o utilizzare la sfera magica di Twinsen. Purtroppo, entrambe le soluzioni sono terribilmente inefficaci: la sfera magica richiede di essere lanciata con precisione, ma il tempo necessario per mirare e attaccare spesso ti lascia scoperto, e i nemici armati nel frattempo riescono a sparare, annullando il tuo attacco. Il combattimento ravvicinato, d’altra parte, è lento e macchinoso, rendendo ogni scontro più una questione di fortuna che di abilità. Capisco il desiderio di restare fedeli all’esperienza originale, ma mi aspettavo un remake avrebbe colto l’occasione per migliorare almeno questo aspetto.
Una direzione artistica che divide
Dal punto di vista visivo e sonoro, Little Big Adventure offre un’esperienza che riesce a catturare lo spirito dell’originale in alcuni aspetti, ma inciampa in altri. Durante il gameplay, il mondo di Twinsun è più vivo e vibrante che mai: i colori brillanti, le texture dettagliate e l’attenzione alle piccole peculiarità degli ambienti rendono l’esplorazione una gioia per gli occhi. Villaggi, templi e paesaggi naturali sono particolarmente affascinanti e ogni area è un invito a fermarsi per ammirare i dettagli.
Le cutscene, però, rappresentano un passo falso. Invece di costruire sull’estetica retrò e affascinante delle sequenze CGI degli anni ’90, il remake opta per uno stile visivo che sembra una strana fusione tra plastilina e un’app per bambini. Questo cambio di direzione, più che una scelta creativa coraggiosa, sembra fuori posto e finisce per spezzare l’immersione. Ogni volta che partiva una cutscene, mi trovavo più a riflettere sulla bizzarria dello stile grafico che a lasciarmi trasportare dalla narrazione.
Fortunatamente, la colonna sonora del gioco riesce a risollevare le sorti di questo remake, rivelandosi una delle sue gemme più preziose. Philippe Vachey, il compositore originale, torna a dirigere le musiche e il risultato è straordinario. Le tracce iconiche sono state ri-registrate con una qualità che rende giustizia ai brani originali, mantenendo intatta la loro magia. Ogni melodia, che accompagna i momenti di esplorazione, tensione o scoperta, è intrisa di un profondo senso di nostalgia ma riesce anche a trasmettere un’emozione fresca e vibrante.
Conclusione
Il problema di questo remake è sembra trovarsi in una sorta di limbo: non è abbastanza moderno per catturare nuovi giocatori abituati a produzioni più rifinite, ma al tempo stesso non è abbastanza fedele o coraggioso da soddisfare del tutto i nostalgici che hanno amato l’originale. È un peccato, perché quando il gioco brilla – con i suoi mondi colorati, la colonna sonora magistrale e i personaggi fuori dal comune – si intravede il cuore pulsante di un’avventura unica. Ma questi momenti di meraviglia sono spesso oscurati da problemi di design, combattimenti frustranti e qualche scelta artistica che lascia perplessi.
Eppure, non posso negare che l’esperienza abbia un certo fascino, una qualità nostalgica che riesce a sopravvivere anche tra i suoi difetti. Se sei disposto a perdonare le sue imperfezioni e ad accettarlo per quello che è – un ponte tra passato e presente, non sempre saldo ma genuino – allora Twinsen’s Quest merita di essere provato. Non sarà un viaggio perfetto, ma potrebbe comunque regalarti ricordi piacevoli e farti venire voglia di scoprire di più sullo strano, affascinante mondo di Twinsun.
VOTO 6.5/10
Pro
- Mondo di gioco affascinante
- Colonna sonora straordinaria
- Estetica rinnovata
Contro
- Cutscene deludenti
- Combat system frustrante
- Meccaniche vecchia scuola