
Civiltà e imperi nascono, prosperano e crollano, ma l’ingegno e la strategia restano eterni. E questa è l’essenza di Sid Meier’s Civilization VII. Dopo otto anni di attesa, Firaxis Games e 2K ci consegnano finalmente la nuova evoluzione di uno dei più grandi strategici a turni di sempre.
Da appassionato di lunga data, ho trascorso innumerevoli ore a plasmare imperi attraverso le epoche, e, nonostante qualche scelta discutibile, posso affermare con convinzione che Civilization VII è un capolavoro di strategia.
Ma bando alle ciance, andiamo al sodo.
Un ritorno con qualche sorpresa
Ogni nuovo Civilization porta con sé il fascino della scoperta, e questo capitolo non fa eccezione. Firaxis ha scelto l’evoluzione anziché la rivoluzione, affinando la formula classica con nuove meccaniche che arricchiscono l’esperienza senza snaturarla. Il sistema delle epoche, la gestione più dettagliata delle città e le migliorie alla diplomazia rendono il gameplay più profondo e coinvolgente che mai.
La mappa, sebbene leggermente più compatta rispetto ai capitoli precedenti, è ricca di dettagli e offre nuove sfide strategiche. La gestione dello spazio è più cruciale che mai: ogni decisione su dove fondare le città e come svilupparle può fare la differenza tra il successo e il declino. L’introduzione delle zone urbane e rurali aggiunge uno strato di profondità che premia la pianificazione a lungo termine.
Tuttavia, le nuove dinamiche di personalizzazione e spaziatura delle mappe si discostano sensibilmente dai capitoli precedenti, e questa scelta potrebbe non convincere tutti. Chi amava la libertà assoluta delle passate iterazioni potrebbe trovare il sistema più restrittivo, ma per chi apprezza un approccio più tattico e mirato, rappresenta un’interessante evoluzione.
Il sistema delle epoche: un’idea brillante ma perfettibile
La più grande innovazione di Sid Meier’s Civilization VII è senza dubbio il sistema delle epoche, che suddivide la partita in tre fasi distinte, rendendo il progresso storico più dinamico e coinvolgente. Fin dall’inizio mi sono sentito come un esploratore di un mondo sconosciuto: ogni epoca ridefinisce il gioco, introducendo nuove opportunità, ma anche sfide inedite.
Tuttavia, il tempo non sempre gioca a favore. Alcune epoche scorrono fin troppo rapidamente, costringendomi a progredire quando avrei voluto perfezionare meglio le mie strategie.
Detto questo, l’idea funziona e aggiunge una profondità strategica inedita. Ogni fase del gioco impone continui adattamenti, trasformando ogni partita in una storia unica. In Civilization VII, più che resistere al cambiamento, bisogna imparare a dominarlo.
Diplomazia e IA: passi avanti e qualche inciampo
Uno degli elementi più raffinati di Civilization VII è il rinnovato sistema diplomatico. Le relazioni tra le civiltà sono ora più complesse e sfaccettate, mentre la nuova risorsa influenza introduce un ulteriore livello di strategia nella gestione dei rapporti internazionali. Dimenticate le facili corruzioni con montagne d’oro: ora servono alleanze mirate, scelte ponderate e una visione diplomatica a lungo termine.
Tuttavia, l’intelligenza artificiale mostra ancora qualche limite. Alcune civiltà prendono decisioni apparentemente illogiche, mentre i piccoli stati tendono a essere insolitamente aggressivi, rendendo le fasi iniziali delle partite più caotiche del necessario. Un ulteriore affinamento avrebbe sicuramente reso l’esperienza più equilibrata.
Più intuitivo e leggibile
Dal punto di vista tecnico, Sid Meier’s Civilization VII sfoggia un motore grafico più raffinato rispetto al suo predecessore. Le animazioni sono più fluide, mentre unità ed edifici vantano un livello di dettaglio superiore, contribuendo a un’estetica più moderna e leggibile.
L’interfaccia utente è stata riprogettata per garantire un accesso più intuitivo alle informazioni essenziali, riducendo la necessità di navigare tra troppe schermate per gestire città e diplomazia. Su console, l’esperienza risulta sorprendentemente accessibile, avvicinandosi alla fluidità del più classico setup mouse e tastiera su PC.
Le nuove opzioni di accessibilità offrono piccoli ma significativi miglioramenti, consentendo di personalizzare l’esperienza con pochi semplici passaggi. Tuttavia, alcuni menu rimangono ancora troppo articolati e una maggiore semplificazione avrebbe reso la gestione ancora più immediata.
Tante novità ma senza snaturare l’opera
Sid Meier’s Civilization VII è un titolo solido, profondo e incredibilmente avvincente. La sua capacità di farti dire “ancora un turno” resta intatta, mentre le nuove meccaniche arricchiscono il gameplay senza tradire l’essenza della serie. Mai come ora il gioco offre un equilibrio tra rigiocabilità e accessibilità, rendendolo appetibile sia per i veterani che per i neofiti.
Certo, il bilanciamento delle epoche può spezzare il ritmo strategico a cui i fan storici erano abituati, e la nuova gestione delle mappe potrebbe far storcere il naso a chi amava pianificare ogni città nei minimi dettagli. Ma in cambio abbiamo un Civilization più dinamico, sorprendente e al passo con i tempi.
Firaxis ha promesso un Civilization rinnovato e avvincente. E, complessivamente, ha mantenuto la parola.
VOTO 8/10
Pro
- Ottima rigiocabilità
- Sistema delle epoche innovativo
- Diplomazia più profonda
- Mappa più dettagliata
- Interfaccia più intuitiva
Contro
- Epoche a volte troppo rapide
- IA ancora non perfetta
- Gestione delle mappe più restrittiva
- Sottomenu a tratti ancora troppo articolati