
Se c’è una cosa che ho imparato dai gestionali degli ultimi anni, è che questo genere sa essere tanto sorprendente quanto frustrante. Alcuni titoli peccano di rigidità, privi di quel tocco di eccentricità capace di rendere l’esperienza più vivace e coinvolgente. Altri, invece, semplificano troppo la formula, eliminando proprio quella sfida che mi spinge a tornare ogni volta a questo tipo di giochi.
Quando ho avviato Two Point Museum, sapevo di trovarmi davanti a un titolo targato Two Point Games e mi sentivo abbastanza tranquillo. Ma il timore di ritrovarmi con un gestionale dall’aspetto buffo ma privo di profondità era sempre lì, in agguato. E invece, sorpresa: dopo poche ore, ero completamente immerso nella costruzione del mio impero museale.
Sviluppato da Two Point Studios e pubblicato da Sega, Two Point Museum è il seguito diretto di Two Point Hospital e Two Point Campus. Attualmente in early access, il lancio ufficiale è previsto per marzo 2025 su PC Windows, PlayStation 5 e Xbox Series X|S.
Un mix perfetto di strategia e caos
Senza dubbio l’emento principale del successo del nuovo titolo di Two Point Studios è sicuramente l’equilibrio. Da un lato, il gioco ti dà una libertà enorme nella personalizzazione delle esposizioni, degli spazi e persino della gestione economica. Dall’altro, non ti lascia mai adagiarti sugli allori: ogni scelta ha delle conseguenze, e se pensi di poter trasformare il museo in una macchina da soldi senza sforzo, preparati a qualche brutta sorpresa.
Uno dei miei momenti preferiti è stato quando ho deciso di creare una sezione del museo interamente dedicata agli UFO. Avevo acquistato alcuni reperti alieni di dubbia provenienza e decorato tutto con luci verdi, fumo e persino una statua gigante di un omino grigio con il dito puntato in stile “Zio Sam ti vuole!”. I visitatori erano entusiasti, il negozio di souvenir vendeva magliette a tema, e gli introiti salivano… fino a quando un ladro ha deciso che la mia collezione era troppo allettante e ha rubato uno degli artefatti più rari. Il peggio? Nessuna guardia in zona e le telecamere posizionate malissimo. Ho imparato a mie spese che la sicurezza nel gioco non è un optional.
Gestione economica e interfaccia da manuale
Se c’è un aspetto che Two Point Museum fa meglio di tanti altri titoli simili, è la gestione economica. Ho giocato a simulatori dove fare soldi era ridicolmente facile e ad altri dove bastava un piccolo errore per ritrovarsi in bancarotta senza possibilità di recupero. Qui, invece, la sfida è ben calibrata: guadagnare non è impossibile, ma serve una strategia chiara, specialmente quando si tratta di stipendi, prezzi dei biglietti e attrazioni più redditizie.
L’interfaccia è un altro punto forte. Invece di costringermi a scavare tra mille menu per trovare quello che mi serve, tutto è organizzato in modo intelligente. La schermata di revisione stipendi, ad esempio, mi permette di vedere immediatamente chi è insoddisfatto e aggiustare gli stipendi senza dover aprire finestre su finestre. È una di quelle piccole comodità che rendono il gioco fluido e mai frustrante.
Un museo fuori di testa (e proprio per questo irresistibile)
Lo stile grafico di Two Point Museum resta fedele alla tradizione di Two Point Studios: personaggi dalle proporzioni buffe, colori sgargianti e un’estetica che sembra uscita da un film in stop-motion. Ammetto di non essere mai stato un grande fan di questo stile, ma bisogna riconoscere che è immediatamente riconoscibile, perfettamente in linea con l’umorismo del gioco e, soprattutto, capace di rendere il genere gestionale più leggero e accessibile. Il suo tono scanzonato aiuta a smorzare quella serietà che spesso appesantisce i titoli strategici. A completare il tutto ci sono gli annunci alla PA, esilaranti come non mai.
Ogni museo ha una sua personalità e delle sfide specifiche. In una mappa, ho dovuto trasformare un acquario abbandonato in una spettacolare attrazione marina, gestendo la difficoltà di tenere in vita pesci rari e bilanciando il numero di vasche con gli spazi per i visitatori. In un’altra, mi sono ritrovato a costruire un museo interamente dedicato all’occulto, con manufatti maledetti che potevano scatenare eventi paranormali se non venivano “purificati” regolarmente. Questo costante cambio di ritmo mantiene il gioco fresco e stimolante anche a lungo termine.
Esplorazione e reperti: la ciliegina sulla torta
Un aspetto che non mi aspettavo di amare così tanto è il sistema di esplorazione per acquisire nuovi reperti. Non basta semplicemente acquistare le esposizioni più belle: bisogna organizzare spedizioni in giro per il mondo (e oltre), gestendo il rischio e scegliendo con cura il team migliore per minimizzare i pericoli.
Mi sono trovato a bilanciare missioni veloci ma poco redditizie con spedizioni più lunghe e rischiose, che però promettevano autentiche meraviglie. E la soddisfazione di sbloccare un artefatto leggendario dopo una missione ben pianificata è stata impagabile. Inoltre, il sistema di progressione è ben congegnato: più studi un tipo di manufatto, più il tuo museo diventa esperto in quella categoria, sbloccando nuove possibilità.
L’unica vera pecca: la sicurezza
Se dovessi trovare un difetto a Two Point Museum, sarebbe la gestione del crimine. Una volta che il museo inizia a esporre reperti di alto valore, diventa un bersaglio per ladri e vandali. Fin qui, niente di male: è giusto che ci siano ostacoli da superare. Il problema è che il sistema di sicurezza non è il massimo: le telecamere coprono aree troppo piccole, e sistemarle senza sacrificare spazi importanti può diventare un incubo.
Fortunatamente, il gioco offre una modalità Sandbox, dove si può personalizzare la difficoltà e perfino disattivare il crimine. Questa flessibilità è un punto a favore, specialmente per chi vuole concentrarsi solo sulla creatività senza dover gestire furti e danni.
Conclusione – Un museo da visitare (e rigiocare)
Two Point Museum è il gestionale che non sapevo di volere. È accessibile ma profondo, divertente ma impegnativo, e ricco di contenuti al punto che anche dopo 30 ore sento di avere ancora tanto da scoprire. Se ami i tycoon game e vuoi un’esperienza che ti faccia ridere mentre ti mette alla prova, questo è il gioco perfetto.
VOTO 9/10
Pro
- Graficamente colorato e divertente
- Gestione economica bilanciata
- Umorismo riuscito e atmosfera leggera
- Modalità personalizzata
Contro
- Sicurezza frustrante