
The Stone of Madness è il nuovo titolo dello studio The Game Kitchen, noto per il successo di Blasphemous e del suo recente seguito. Stavolta, lo sviluppatore spagnolo abbandona il genere metroidvania per immergersi in un’esperienza isometrica stealth, con un’ambientazione storica cupa e affascinante. Disponibile dal 28 gennaio 2025 su PC, PlayStation 5, Xbox Series X|S e Switch, il gioco propone una sfida intrigante che mescola strategia, gestione delle risorse e un profondo storytelling.
Un monastero pieno di segreti
La storia si svolge nel 1799, all’interno di un monastero della Santa Inquisizione situato tra le montagne dei Pirenei. Il protagonista, Alfredo Martín, è un prete ingiustamente imprigionato per aver denunciato la corruzione ecclesiastica. Insieme ad altri quattro detenuti, ognuno con un passato tormentato e abilità uniche, trama un’evasione che si intreccia con un mistero più grande.
Uno degli elementi più interessanti del gioco è la caratterizzazione dei personaggi. Le loro paure e traumi influenzano direttamente il gameplay: c’è chi rifiuta di compiere azioni immorali e chi è terrorizzato dal fuoco, creando situazioni che costringono il giocatore a variare strategia. Questa meccanica non solo rende il gruppo più umano, ma introduce una dinamica di gestione che va oltre il classico stealth.
Stealth con una marcia in più
Il gameplay si basa su un’azione furtiva e strategica in tempo reale, che richiede di coordinare i movimenti dei personaggi per superare guardie e ostacoli. L’aspetto più innovativo è il sistema di gestione multipla: il giocatore controlla fino a tre membri del gruppo contemporaneamente, sfruttandone le peculiarità per creare diversivi, attivare trappole e aprire nuove vie di fuga.
Gli errori, però, possono scatenare un effetto domino: una mossa sbagliata può far crollare un intero piano e trasformare la fuga in un incubo. Il gioco, tuttavia, non è eccessivamente punitivo e permette sempre di riprovare, sebbene i personaggi possano sviluppare nuove fobie in seguito ai fallimenti.
Il ciclo di gioco è diviso in due fasi: il giorno, in cui si esplora il monastero, e la notte, durante la quale i personaggi si riposano, curano le ferite e pianificano la giornata successiva. Questa struttura aggiunge profondità strategica, costringendo il giocatore a gestire risorse e prendere decisioni a lungo termine.
Uno stile artistico tra Goya e Bluth
Visivamente, The Stone of Madness è un’opera d’arte. Ispirato ai dipinti di Francisco Goya, il gioco adotta uno stile che richiama sia l’arte classica sia l’animazione vintage, con cutscene fluide e dettagliate. Il risultato è un’atmosfera gotica e inquietante, perfetta per la narrazione.
Anche il comparto sonoro è all’altezza, con una colonna sonora che accompagna l’azione con toni rilassati ma inquietanti, perfetti per mantenere la tensione costante.
Un’esperienza imperfetta ma affascinante
Pur essendo un titolo innovativo, The Stone of Madness non è esente da difetti. I controlli richiedono un po’ di tempo per essere assimilati, e la gestione della fuga dai nemici a volte risulta frustrante. Le guardie sono rapide e, in alcune situazioni, l’interazione con l’ambiente non è abbastanza reattiva, rendendo difficile sfuggire alla cattura.
Tuttavia, questi problemi non intaccano il fascino di un gioco che osa proporre qualcosa di diverso nel panorama stealth. Tra la sua direzione artistica suggestiva, la profondità strategica e la narrazione ricca di sfumature, The Stone of Madness è un’esperienza da provare per chi cerca un titolo originale e ricco di tensione.
VOTO 8/10
Pro
- Gameplay stealth
- Caratterizzazione
- Direzione artistica
- Struttura di gioco
Contro
- Fedeltà all’originale
- Difficoltà iniziale
- Interfaccia e controlli ancora complessi