
Se nel primo Tails of Iron abbiamo assistito a un’epica e assurda lotta tra ratti e rane, con Whiskers of Winter l’azione si sposta a Nord, dove il gelo non è l’unico nemico brrr. Nei panni di Arlo, erede del Warden delle Terre Gelide, dovremo stringere alleanze, affrontare minacce letali e combattere i terrificanti – ma neanche troppo – Dark Wings. Ma Odd Bug Studio sarà riuscita a mantenere il fascino del primo capitolo aggiungendo la giusta dose di freschezza?
Un mondo gelido, ma pieno di vita
Uno degli elementi più amati di Tails of Iron era il suo stile artistico: illustrazioni minuziose che sembravano strappate da un antico manoscritto illustrato. Il sequel non solo preserva questa estetica unica, ma la eleva con ambientazioni ancora più suggestive, dettagliate e davvero inusuali in un videogioco. Dalle fortezze innevate alle caverne buie e minacciose, ogni area brilla per la sua personalità distinta, e il ciclo giorno-notte dona un tocco di vitalità inaspettato.
La narrazione resta un punto di forza: epica e avventurosa, ma capace di regalare momenti più intimi e personaggi memorabili. Anche stavolta, la voce profonda e inconfondibile di Doug Cockle (il Geralt di The Witcher) dona un carisma extra all’esperienza – ma su questo penso che nessuno avesse particolari dubbi.
Combattimenti ruggenti
Il combat system di Whiskers of Winter rimane brutale e tecnico, in perfetto stile soulslike. Scordatevi di gettarvi nella mischia senza pensare: ogni scontro richiede riflessi pronti, strategia e un’attenta lettura delle mosse avversarie. Tuttavia, rispetto al primo capitolo, ora il gioco offre più strumenti per affrontare le battaglie con stile e personalizzazione.
Tra le novità più interessanti c’è il sistema di crafting, che permette di forgiare armi e armature personalizzate con le risorse raccolte. Ogni equipaggiamento ha i suoi punti di forza e debolezze, quindi scegliere quello giusto può fare la differenza tra una gloriosa vittoria o morire male male – e giuro che mi è capitato parecchie volte.
Inoltre, sono stati introdotti quattro tipi di danno elementale – fuoco, ghiaccio, fulmine e veleno – che aggiungono profondità tattica agli scontri. Non basterà più menare fendenti a caso: dovremo adattarci e sfruttare le debolezze dei nemici a nostro vantaggio.
Per chi cerca un’esperienza meno punitiva, sono disponibili tre livelli di difficoltà, tra cui una modalità orientata alla storia che rende i combattimenti più accessibili. Ma per i veri guerrieri roditori, la spietata modalità Bloody Whiskers è pronta a mietere numerose vittime.
Un’avventura che lascia il segno, ma…
Oltre a esplorazione e combattimenti, il gioco offre un sistema di progressione che permette di migliorare il proprio accampamento, sbloccando nuove strutture e potenziamenti. Tuttavia, una volta completati questi upgrade, la spinta a continuare a raccogliere risorse cala drasticamente, lasciando un leggero senso di vuoto nella fase avanzata dell’avventura.
Nonostante questo piccolo difetto, Tails of Iron 2: Whiskers of Winter è un sequel che espande e migliora la formula originale senza snaturarla. Tra combattimenti appaganti, una direzione artistica di prim’ordine e una storia coinvolgente, Odd Bug Studio ha confezionato un altro piccolo gioiello.
Se avete amato il primo capitolo, questo seguito è un acquisto obbligato. Se invece non avete ancora scoperto il mondo di Tails of Iron, beh… è il momento giusto per rimediare!